11 marzo 2022

Il ruolo chiave dell'infermiere ambulatoriale e come gestirlo nel tuo poliambulatorio

Come in ogni struttura sanitaria complessa, anche all’interno di un poliambulatorio esiste una suddivisione dei compiti in base alle competenze dello staff: mentre i medici si occupano della parte tecnica e diagnostica e la segretaria si occupa dell’aspetto burocratico e gestionale della struttura, l’infermiere ha il compito di collaborare con i medici nella gestione dell’assistenza.

Questa figura occupa un ruolo chiave all’interno dei poliambulatori perché unisce alle competenze tecniche e di cura quelle relazionali e l’empatia. Durante la difficile situazione sanitaria causata dal Covid-19, gli infermieri hanno dimostrato l’importanza del loro ruolo, risultando tra le figure più richieste in questa delicata fase.

Non a caso, ormai da anni, alle infermiere e agli infermieri di tutto il mondo è dedicata una giornata: il 12 maggio.

Una giornata per ricordare l’importanza dell’infermiere

Il 12 maggio è la Giornata internazionale dell'infermiere, celebrata in tutto il mondo per valorizzare il contributo di questi professionisti nella società. La data non è casuale: il 12 maggio 1820 nacque Florence Nightingale considerata la fondatrice della moderna assistenza infermieristica.

Un po’ di storia: da Florence Nightingale alla professione di infermiere in Italia

200 anni fa nasceva Florence Nightingale, madre dell’Infermieristica moderna. Britannica, nata da una famiglia altolocata, trasformò il lavoro infermieristico in una professione scientifica, fondando anche una scuola per infermieri a Londra.

Tra le citazioni attribuite a Nightingale ricordiamo questa “Il primo requisito di un ospedale dovrebbe essere quello di non far del male ai propri pazienti” che dipinge molto bene la situazione degli ospedali di fine ‘800.

Nello stesso periodo, in Italia, l'assistenza infermieristica ospedaliera non era altrettanto all’avanguardia. Le condizioni di lavoro, la qualità e l’organizzazione dell’epoca erano scarse, a denunciarlo fu Anna Celli (1878-1958), infermiera tedesca che, seguendo l’esempio di Nightingale, lottò per la professionalizzazione dell’assistenza infermieristica.

Durante l’epoca fascista nacquero in Italia le prime scuole per infermiere - riservate alle donne e con obbligo di internato - e solo all'inizio degli anni ‘70 la Legge n.124 del 25 febbraio 1971 aprì la carriera infermieristica anche agli uomini. 

Negli anni ‘90 il riconoscimento di “operatore sanitario”

La figura dell'infermiere viene identificata per la prima volta quale operatore sanitario nel 1994 con il DM 739/94 “Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'infermiere”.

Da allora, assume il ruolo di professionista sanitario acquisendo, di conseguenza, l'onere della responsabilità giuridica del proprio operato, che può essere di natura penale, civile e disciplinare.

Grazie al DM 739/94 si individua anche il potenziale operativo dell'assistenza infermieristica: il comma 2 dell'Articolo 1, afferma che “l'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa, è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l'educazione sanitaria”.

Come diventare infermiere oggi

Per diventare infermiere oggi è necessario conseguire una laurea in Scienze Infermieristiche. Le iscrizioni sono a numero chiuso e per accedere bisogna superare il test d’ingresso.

Dopo la laurea triennale è possibile iniziare ad esercitare la professione oppure continuare con una laurea magistrale (della durata di due anni) per specializzarsi in settori precisi come, per esempio, pediatria, salute mentale, sanità pubblica, management infermieristico.

Alla fine degli studi  - sia dopo la laurea triennale, come abbiamo visto, che dopo la specialistica - sarà possibile iniziare l'attività lavorativa con l’iscrizione alla Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi)

Chi vuole lavorare come libero professionista dovrà conseguire, più precisamente, una laurea specialistica negli ambiti dell’Assistenza Domiciliare Integrata, comunicare l’inizio delle attività al Collegio IPASVI e stipulare un contratto assicurativo presso l’ENPAPI.

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La figura dell’infermiere e il suo ruolo nei poliambulatori

Il ruolo principale dell’infermiere all’interno del poliambulatorio è quello di eseguire prestazioni sanitarie su richiesta del medico o del professionista: possono essere somministrazioni di terapie, prelievi, medicazioni, utilizzo di macchinari diagnostici e così via. 

Le mansioni che l’infermiere più frequentemente si trova a svolgere nella sua attività di assistenza sanitaria - in poliambulatorio e non solo - possono essere così sintetizzate:

  • effettuare test e somministrare farmaci e terapie; 
  • raccogliere campioni, applicare medicazioni e bendaggi;
  • assistere i professionisti durante le prestazioni mediche;
  • monitorare le condizioni di un paziente: attraverso apparecchiature o attraverso controlli di routine come controllo di temperatura, pressione sanguigna e battito cardiaco;
  • incoraggiare emotivamente il paziente e i caregivers;
  • prendere nota di tutto ciò che riguarda il paziente e controllare che le cartelle cliniche siano precise e aggiornate;
  • nel caso degli infermieri specialisti, questi devono affiancare i medici anche nelle attività più complesse e avanzate:

  • applicare medicazioni e bendaggi;
  • rispettare leggi e norme vigenti in materia di salute e sicurezza.

Il ruolo dell’infermiere con specializzazione presuppone inoltre conoscenze approfondite - di procedure mediche, attrezzature e strumenti, terminologie e farmaci - per il supporto di medici e chirurghi in attività complesse e medicazioni avanzate.

Vediamo quali sono i compiti e le competenze di chi si specializza.

Specializzazioni: i compiti degli infermieri professionali

Da quanto detto finora, emerge chiaramente quanto il compito degli infermieri sia anche emotivamente impegnativo. Spesso i turni di lavoro sono lunghi e pesanti: la capacità di gestire lo stress e di essere flessibili alle situazioni è importante per chiunque sia interessato a intraprendere questa professione. 

È un ruolo che richiede un'elevata preparazione, oltre che un'alta capacità di comunicazione, sia nei confronti dei pazienti che dei colleghi, e la capacità di lavorare sotto pressione e in team. 


A seconda della specializzazione scelta, gli infermieri possono operare in aree diverse di ospedali e poliambulatori e quindi avere maggiori compiti e responsabilità rispetto a quelli non specializzati.

Chi, per esempio, lavora in aree critiche come la terapia intensiva o il pronto soccorso, si troverà in reparti frenetici dove bisogna sempre essere pronti e reattivi. Qui si lavora in situazioni di grave emergenza e, spesso, con sovraffollamento di pazienti e bisogna dimostrare di essere bravi ad agire con rapidità e competenza, gestendo anche le situazioni più stressanti o critiche (pazienti in gravissime condizioni, persone che rifiutano le cure o che diventano violenti).

Gli infermieri che si occupano della strumentistica in sala operatoria avranno invece molti compiti: dall’allestimento della sala alla sterilizzazione degli strumenti chirurgici, devono saper utilizzare le strumentazioni e aiutare i chirurghi durante le operazioni, oltre a dover assistere ai pazienti prima dell’intervento chirurgico. 

Mentre quelli che si occupano di degenza o assistenza domiciliare si troveranno a stretto contatto con pazienti che spesso sono incapaci di muoversi e che hanno bisogno di assistenza continua per rispettare le terapie prescritte dai medici. Anche se il lavoro è meno frenetico rispetto ad altri reparti, chi si occupa di queste aree dovrà dimostrare in modo particolare empatia, pazienza e continua disponibilità nei confronti dei pazienti.


Flessibilità, versatilità ed empatia: le competenze chiave

Per la natura stessa del loro lavoro, gli infermieri devono avere grandi capacità di adattamento a situazioni diverse dal punto di vista delle prestazioni da fornire e hanno maggiore autonomia e responsabilità rispetto ad altri membri dello staff della struttura.

La figura ha, inoltre, un ruolo di mediazione tra il medico e l’assistito - e dei suoi caregiver - per far conoscere i vantaggi e i benefici delle terapie suggerite, oppure per dare conforto in alcune situazioni particolarmente stressanti per il paziente.

È lo stesso codice deontologico a riportare che “il tempo di relazione è tempo di cura” per chi ha scelto la professione infermieristica. 

Collaborando attivamente con gli altri membri dello staff, gli infermieri aiutano quindi la struttura sanitaria, il poliambulatorio e il centro medico a mantenere un servizio efficiente che metta al centro il paziente, seguendolo in ogni fase del patient journey, assistendolo con calma e pazienza e supportandolo con empatia e professionalità.

“Apprensione, incertezza, attesa, aspettative, paura delle novità, fanno a un paziente più male di ogni fatica.” - citazione attribuita a Florence Nightingale.

Come aiutare gli infermieri a svolgere al meglio le loro mansioni? 

L’infermiere ha quindi un ruolo molto importante all’interno del poliambulatorio, ma il suo lavoro può essere alleggerito con l’utilizzo di sistemi informatici: ad esempio, utilizzando software gestionali per reperire rapidamente le cartelle cliniche, consultarle e condividerle con i medici. I supporti informatici aiutano anche a rendere più semplice la gestione dei turni di lavoro, gli appuntamenti e le code all’interno della struttura. 

L’utilizzo di strumenti gestionali è un aspetto molto importante e da non trascurare, perché può alleggerire di molto non solo la pressione che spesso grava sugli infermieri - che devono destreggiarsi tra mille mansioni - ma anche degli altri membri dello staff e della segreteria e, contemporaneamente, permettere al poliambulatorio di affinare e rendere sempre più efficienti i propri servizi. 

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