07 maggio 2021

E quando è il professionista della salute a lavorare in smart working? Consigli per trovare un equilibrio tra vita privata e professionale

L’equilibrio tra vita privata e professionale è alla base di una quotidianità soddisfacente. Tuttavia proprio questo bilanciamento è stato fortemente messo in crisi dall’emergenza Covid-19. Molti i fattori che hanno influito, e temporaneamente trasformato, la vita di migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutta Italia: la Didattica a Distanza per le famiglie con figli in età scolare, ad esempio, ma anche lo smart working.

Sebbene quest’ultimo nascesse come strumento atto a semplificare e a rendere più flessibile il tempo dedicato all’attività professionale, la necessità di ricorrere in massa al lavoro da casa ha fatto sì che diventasse per molte persone complicato tenere separati i tempi e i luoghi del lavoro da quelli della persona. Anche molti operatori della salute hanno spostato parte delle loro attività online, spesso tra le mura di casa. Come conciliare, dunque, il lavoro in smart working con la vita privata? Ecco alcuni consigli.

Lavorare in smart working: 3 consigli per gestire le attività senza stress

La casa è, molto spesso, il luogo del riposo, della famiglia, della cura e del relax. Per molti, invece, nel 2020 è diventato anche lo spazio del lavoro. E tra uffici improvvisati, device elettronici di vario genere e aggiornamenti della linea Internet, in molti, anche nel settore della salute, hanno dovuto “portare il lavoro a casa”. 

I rischi sono molteplici. Il primo elemento ad essere stravolto è proprio il work-life balance, ovvero l’equilibrio tra vita e lavoro, un importante fattore di benessere riconosciuto anche dall’Unione Europea. La Commissione, infatti, promuovere un’iniziativa a sostegno di questo equilibrio e azioni di monitoraggio su scala europea.

È la Commissione stessa a evidenziare i rischi che derivano dall’evoluzione in remoto del mondo del lavoro:

  • maggiore carico di stress;
  • potenziale disponibilità 24 ore su 24 e 7 giorni su 7;
  • isolamento sociale e professionale;
  • aumento dei conflitti.

In particolare, la Commissione evidenzia come in tutti i Paesi dell’UE l’emergenza Covid-19 abbia reso più sfumati i confini tra lavoro e vita privata, esposto i lavoratori ad una condizione di “lavoro senza limiti” e a una riduzione del tempo del riposo.

Questi rischi sono potenzialmente connessi anche ai professionisti del settore sanitario che hanno spostato parte della loro attività online. Tra i servizi che possono essere offerti da casa pensiamo, ad esempio, ad alcuni tipi di televisita, al telemonitoraggio per specifiche patologie, o anche la psicoterapia. Scopriamo come gestire il lavoro da casa, tutelando l’equilibrio e i propri preziosi spazi.

Organizzare uno spazio/ambulatorio in casa

Il primo step da realizzare nel momento in cui ci si trovi a lavorare in smart working è creare, in casa, uno spazio che svolga la funzione dell’ufficio o dell’ambulatorio. Scegliere un luogo della casa dove, ogni giorno, dal lunedì al venerdì, ci posizioniamo per dedicarci alle mansioni settimanali, aiuta a mantenere una forma di separazione rispetto ai momenti dedicati alla famiglia o a sé.

Non è detto che ci sia in ogni casa una stanza da poter dedicare allo scopo, oppure una scrivania sempre libera dove posizionare PC, cartelle e documenti. In questo caso, il consiglio è di lavorare, se possibile, sempre nello stesso posto e, se il tavolo a disposizione è quello del pranzo o della cena, posizionarsi al capo opposto in maniera tale che un’area del tavolo sia dedicata ai pasti e un’altra al lavoro. 

È utile, inoltre, vestirsi come per andare al lavoro. E, nel caso la professione lo richieda, non rinunciare al camice. Sarà utile al paziente per riconoscere il ruolo del medico o dello specialista che ha di fronte via web, ma anche all’operatore stesso per sentirsi più propriamente al lavoro.

Scegliere soluzioni tecnologiche di supporto

Una delle priorità per gli operatori sanitari che lavorano da casa è l’accessibilità alle informazioni relative ai pazienti e, soprattutto, all’agenda degli appuntamenti. La soluzione più agile per far sì che sia tutto a disposizione è optare per un software gestionale in cloud a cui accedere, tramite password, ovunque ci si trovi.

L’Ambulatorio SMART di GIPO, sviluppato proprio per rispondere alle concrete esigenze delle strutture sanitarie durante l’emergenza Covid-19, permette di gestire da un’unica piattaforma ciò che accade online - prenotazioni, pagamenti, televisite - e le attività in poliambulatorio. Per il medico, il logopedista, lo psicoterapeuta o il fisioterapista, l’interfaccia è uguale dal posto di lavoro oppure dalla postazione di smart working.

La piattaforma è integrata con gli altri servizi di GIPO come, ad esempio, GIPO Next, il software gestionale per strutture convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale che, quindi, garantisce la sicurezza dei dati e la tutela della privacy di ogni attività, anche in smart working. 

Tra gli strumenti da valorizzare, soprattutto se ci si trova a lavorare da casa, ci sono anche i canali di comunicazione della struttura o del professionista. Proporre servizi a distanza, infatti, richiede una comunicazione adeguata e, ad esempio, pubblicare sul sito una pagina in cui si spiega chiaramente, passo dopo passo, come deve comportarsi il paziente per prenotare un consulto da remoto oppure come prepararsi a una televisita farà risparmiare molto tempo.

Metodi di pianificazione del lavoro

Il terzo consiglio per operatori sanitari che si trovano a lavorare in smart working riguarda l’organizzazione del tempo. Sappiamo bene che, già in poliambulatorio, le interruzioni possono comportare una perdita anche economica. Questi ostacoli, in un contesto di lavoro da casa, rischiano di trasformarsi proprio in quegli elementi che fanno saltare l’equilibrio tra vita privata e professionale.

Esistono diverse tecniche di gestione del tempo e del lavoro che possono essere applicate anche da operatori sanitari in smartworking:

  1. la “tecnica del pomodoro”;
  2. il batching;
  3. il metodo Kanban;
  4. i principi della Lean Organisation;
  5. la Matrice di Eisenhower.

Non è detto che ciascun metodo sia indicato per tutte le professioni sanitarie, ma queste tecniche offrono alcuni spunti utili a costruire una routine che tenga conto degli obiettivi lavorativi e del tempo per sé. Proprio perché il contesto è in costante evoluzione, questo è il momento adatto anche a sperimentare, testare strategie diverse e provare a mettere in pratica tecniche di pianificazione e management innovative. In questo modo, sarà possibile esplorare opzioni di organizzazione che potranno essere utili anche al ritorno in struttura.

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